ABAV - SCENOGRAFIA 3
DOCENTE: Emanuele Sinisi
È molto difficile nel silenzio ascoltare gli altri...
...Quando si ascolta si cerca spesso di ritrovare se
stessi negli altri e questa è una violenza del tutto
conservatrice.

Luigi Nono (1924-1990)
Prometheus nasce come omaggio a Venezia e a Luigi Nono, artista musicale che nel corso della sua carriera ha sottolineato più volte l’importanza della capacità dell’ascoltare sè stessi e quello che ci circonda. Prometheus nasce da questo concetto.

Una piccola isola ondeggiante immersa tra le acque veneziane, dove l’acqua con le sue sonorità
viene valorizzata anche all’interno. Prometheus è uno spazio deputato all’ascolto, uno spazio-rifugio, dove ascoltare se stessi con il sottofondo delle onde, uno spazio pensato per ritornare a pensare, e si spera anche, a dialogare.
Prometheus deriva dal latino, in greco antico significa “colui che riflette prima”.
Il cuore di Prometheus può ricordare una montagna, un impluvium romano o la reinterpretazione di un teatro greco.
La lettura che ognuno di noi può dare all’installazione dipende dalla nostra esperienza e dalla nostra storia. Il cuore è volutamente immerso all’interno di uno spazio chiuso con una sola apertura sovrastante, lo spazio deve favorire la concentrazione o il rilassamento.
All’entrata non si capisce la conformazione dello spazio per via degli alti scalini, una salita non facile ma necessaria per arrivare ad una lieve discesa pensata per il riposo e la meditazione. Al centro l’acqua, dalle peculiarità sonore preziose, diventa elemento quasi venerato. Il cuore è racchiuso tra i 4 fautori del progetto originale Prometeo, messo in scena nel 1984 nella chiesa di San Lorenzo a Venezia.
Ad ognuno di loro è dedicato un piccolo aneddoto di quel progetto con un titolo che li rappresenta:
- Ascolto (Luigi Nono)
- Spazio (Renzo Piano)
- Parola (Massimo Cacciari)
- Visione (Emilio Vedova)

Prometheus non è solo musica, ascolto, e silenzio, è anche conoscenza.
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